Marco Fasoli, Alumno Univr nel mondo del vino (e dell’olio)

Marco Fasoli è un Alumno Univr laureato in Economia e Commercio che ha fatto della sua passione per il mondo dell’enologia e dell’olio d’oliva la sua professione. Senior Manager nella Direzione Vendite e Marketing presso rinomate aziende del settore Food & Beverage e Hospitality, sia in Italia che all’estero, Fasoli si descrive come un consulente che ha contribuito ad avviare, sviluppare e consolidare diversi business, oltre che a lanciare nuovi brand e prodotti, promuovendo l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese.

Le attività di Fasoli spaziano dalla docenza alla consulenza nel mondo del vino – è Sommelier certificato scelto da importanti realtà del settore – a quello dell’olio, ambito per il quale ricopre la qualifica di Maestro di Frantoio e nel 2020 ha ricevuto la nomina di Ambasciatore dell’Olio EVO italiano nel mondo. La conoscenza approfondita del settore enogastronomico lungo tutta la filiera produttiva e distributiva rappresenta uno dei punti chiave del suo curriculum vitae.

Marco Fasoli, descriviti in poche parole.

Il mio nome è Marco Fasoli, sono di Verona e lavoro da tanti anni nel mondo del vino e dell’enogastronomia. Sono consulente commerciale per diverse aziende del settore, ho la docenza alla scuola internazionale di cucina ICIF per quanto riguarda l’olio extra-vergine di oliva e l’abbinamento cibo-vino. Ho lavorato in aziende in Trentino-Alto Adige, Toscana e Piemonte. Ho avuto la fortuna di seguire l’evoluzione del vino italiano nel mondo. 

Cosa ti affascina maggiormente di questi ambiti?

Di questi settori ho sempre ammirato molto l’innovazione anche in termini di sviluppo internazionale, perché ritengo che la capacità di innovarsi sia il nostro grande plus. Specialmente all’estero, dove la ristorazione italiana rappresenta uno dei fattori chiave per far conoscere il nostro Bel Paese. Credo poi che fare squadra sia fondamentale: sono le sinergie a portarci a essere vincenti sui mercati, assieme allo studio approfondito del contesto enogastronomico di ogni Paese.

Nel tuo CV c’è una laurea in Economia e Commercio presso Univr. Cosa ti ha portato dagli studi universitari in economia al mondo del lavoro e, in particolare, al settore enogastronomico?

Fin da subito – ancora da studente di economia – ho avuto la grande fortuna di confrontarmi con la realtà produttiva. Ho iniziato nel mondo del tessile e delle calzature, con le prime esperienze all’estero e, in particolare, in Germania. Un percorso che mi ha fatto capire quanto l’università sia importante per essere formati, anche dal punto di vista umano, ma poi è l’esperienza sul campo nel mondo delle imprese a farti crescere professionalmente. Un conto è la didattica e lo studio sui libri, un altro è invece trovarsi ad avere un confronto con gente molto più grande di me che “mangiava” marketing e piani commerciali dalla mattina alla sera. Tutto questo mi ha affascinato molto e mi ha permesso di crescere. Poi, con un corso da sommelier, è nata la passione per il vino e i contatti con le prime cantine in Trentino.

Qual è il primo consiglio che ti senti di dare a chi per la prima volta si affaccia sul mondo del lavoro?

Prima di tutto, direi che è fondamentale creare relazioni. Se questo è vero in tutti gli ambiti della vita, lo è in special modo, a mio parere, nel mondo del lavoro. 

Il secondo consiglio, invece?

Il secondo consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è quello di innamorarsi dei progetti, di appassionarsi e portare avanti un progetto fino in fondo. E poi c’è la curiosità. Consiglio ai giovani di essere curiosi, di studiare, leggere, fare molte analisi nel loro settore di interesse. E poi cercare costantemente di migliorarsi e chiedere consigli a chi ne sa di più. Ecco, a questo aggiungo anche l’umiltà: una caratteristica per me fondamentale.

Ci racconti la tua giornata tipo?

La mia agenda è molto fitta, cerco di tenere tutto organizzato in base alle diverse aree in cui devo intervenire. La mia giornata è focalizzata sulla curiosità di cosa sta succedendo in ogni progetto che seguo in veste di consulente. Viaggio molto e le giornate sono varie, ma una cosa nella mia giornata non deve mancare mai, ed è un momento di studio e aggiornamento sulle ultime novità del settore. Poi penso sia sempre importante dedicarsi del tempo per sé. 

Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro?

Lavorare con un team giovane mi piace molto. Credo che oggi i giovani avvertano il bisogno di sentirsi valorizzati, in un mondo dove oramai la velocità è tutto e rischia di portare all’omologazione. Poi adoro fare team-building: se alla base del nostro concetto di management c’è la convinzione che ognuno di noi sia diverso e vada quindi valorizzato per quello che è e per i suoi talenti, riuscire ad integrare persone diverse in un team di lavoro efficace è una grande sfida e una enorme soddisfazione. Infine, del mio lavoro mi piace il fatto di avere la possibilità di parlare con chi oggi magari ha ottanta o novant’anni e ha lavorato nella vigna fino a ieri. Sedersi a bere un bicchiere di vino con queste persone e ascoltarli è come leggere un grande libro.


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