Pallavolista per caso laureato da casa: distanti oggi per riabbracciarci domani

“Sono un ex pallavolista e mi sono laureato all’Università di Verona online, come sta accadendo spesso in questi tempi di Coronavirus. La mia tesi, intitolata “Pallavolista per caso. elementi da un’indagine sul sistema sportivo italiano”, ha coinvolto personalità dal mondo dello sport, inclusi tifosi, dirigenti, giocatori, campioni olimpici, giornalisti ed esperti di diritto.

Laurearsi da casa è possibile. Il modo è il più impensabile, ma la gioia per questo importante momento esplode ugualmente.

È vero, accade tutto lontano da amici e parenti, fisicamente distanti rispetto alla Commissione, ma presto ci sarà occasione di festeggiare questo risultato e riabbracciarci.

Ora è il momento di rispettare le indicazioni che ci sono state date e di restare a casa.

Devo ringraziare tutto il sistema universitario di Verona per aver permesso a noi studenti e studentesse di laurearci in questo delicato momento.

Distanti oggi, per riabbracciarci domani.

Uniti ce la faremo!”

Federico, laureato in Scienze dei Servizi Giuridici per l’Amministrazione

 Instagram: @fedecentomo11

Abbiamo accettato la sfida e applicato le nostre conoscenze di marketing a un problema reale

“Durante il corso di Marketing strategico ci è stata data l’opportunità di partecipare ad una problem solving competition in collaborazione con Gardaland Hotels. I manager hanno proposto un’interessante sfida per noi studentesse e studenti, ossia presentare una soluzione efficace per aumentare la brand awareness dell’azienda.

A tal fine io, Beatrice, Marta e Alberto abbiamo iniziato ad elaborare un piano di marketing che fosse in grado di rispondere al problema, sviluppandosi tra fase analitica, strategica, operativa e di controllo.

Alla luce dei dati emersi dalla fase di analisi e dopo aver selezionato le “Millennials Families” come target di mercato da raggiungere, abbiamo deciso di proporre una soluzione che potesse migliorare l’esperienza di servizio attualmente offerta da Gardaland Hotels, nonché utilizzare diversi strumenti di comunicazione, sia innovativi che tradizionali, al fine di aumentare la notorietà del brand.

Grazie a questa esperienza siamo potuti entrare in contatto diretto con una realtà aziendale strutturata e abbiamo potuto applicare le conoscenze di marketing strategico ad un problema reale al quale l’azienda era esposta, elaborando concretamente un piano di marketing.

Inoltre, dovendo esporre il progetto davanti a manager, docenti e numerosi compagni di corso, abbiamo sicuramente affinato le nostre capacità di public speaking!”

Enrico, studente di Management e strategia d’impresa

Se il Paradiso è così, mi trasferisco a Sydney per sempre

“8 luglio 2019. È nato tutto per caso, quasi per gioco, e magari con quel pizzico di incoscienza che solo la giovinezza dei 24 anni può regalarti. Sono al Consiglio europeo di Bruxelles per iniziare il mio tirocinio come giornalista europeo presso le istituzioni e il mio tutor aziendale mi introduce nel magico mondo della comunicazione televisiva, mettendomi in mano una videocamera per filmare il doorstep di un ministro italiano.

«Sei un pesce, ti butto in acqua: fammi vedere se sai nuotare!».

Le ultime parole famose, prima di essere accerchiato da colleghi di Rai, Mediaset e ANSA. Passa il ministro, il REC è attivato, ma la vera registrazione è quella che sto vivendo dentro di me. Da quel momento scatta un amore folle per quella che sarebbe diventata la compagna più bella da voler conquistare: la videocamera, una di quelle che ti cambia la vita e te la fa vivere “un quarto di pixel alla volta”.

Quel tirocinio fu tutto per me: il videomaking mi trasformò in un video-giornalista, e trasformò se stesso, come direbbe il buon Armani, in quella “eleganza non da notare, ma da ricordare”. I microfoni, il treppiede, lo stabilizzatore divennero l’emblema di una crescita costante tanto nel campo giornalistico quanto in quello multimediale, ma soprattutto rappresentarono la motivazione principale verso il mio balzo decisivo: un’esperienza in una filmmaking company. Ecco: la videocamera me la sono ricordata eccome!

16 novembre 2019. Con gli occhi socchiusi, dopo due giorni di viaggio in aereo passando per Londra e Pechino, e con 10 ore di jet lag tra Europa e Oceania, vedo “l’eternità del mare mischiato col sole”. Giuro che non provo a copiare Arthurt Rimbaud per immaginarmela davanti agli occhi, così come non attingo da Herb Caen quando provo a descriverla, ma devo ammettere con tutto il mio cuore che quando la vidi pensai: “Se il Paradiso è così, mi trasferisco a Sydney per sempre”.

Fu tanto shakespeariano il mio incontro con la città dei canguri e dei koala: la perfetta “alchimia nella combinazione tra emozioni ed immagini”, quasi come un fotogramma in una pellicola di Francis Coppola. Questa, però, era la mia pellicola più personale, quella del mio più introspettivo editing. Arrivai subito a capire l’importanza del “guaio” in cui mi ero cacciato: stavo imparando a riprendere e montare da tizi che avevano lavorato con Disney e Paramount, tanto per citarne un paio, e non si limitavano al banale cavalletto con microfono per le interviste, bensì montavano dei veri e propri palcoscenici cinematografici. Fu lì che pensai: “Come è possibile che io abbia voluto fare il giornalista per tutta la mia vita e ora mi ritrovo a voler diventare anche un film-maker?”.

Mio padre mi ha sempre detto che nella vita bisogna fare ciò che si è capaci di fare, e allora guardavo gli altri per “rubare il lavoro”, registravo seguendo tutti i consigli necessari, caricavo l’attrezzatura per essere utile al gruppo, piangevo tra me e me per sorridere agli altri. E alla fine, guess what? Aveva ragione mio padre: presi la fotocamera Sony Alpha 7 di Lenard, il direttore della film-making company dove stavo facendo pratica, e decisi di fare un mini-video per la pagina “solo italiani estero” per il mio tutor aziendale, che nel frattempo aspettava progressi da Bruxelles, e per me stesso, per migliorarmi e per mettermi alla prova.

3 gennaio 2020. Il mio tutor aziendale: «Ho guardato il video australiano: beh, eccezionale, tecnicamente è fatto molto bene, complimenti davvero! Bravissimo!».

13 gennaio 2020: Ho finalmente comprato l’attrezzatura e la mia fotocamera. Indovinate? Una Sony Alpha 7.

Questa parte della mia vita, l’Australia, questa piccola parte della mia vita si può chiamare Felicità”. O meglio, “video-happiness making”, mate!”

Michele, studente di Editoria e Giornalismo

Instagram: @mr.melemayo

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