La vista del lago è la cosa che più mi manca di casa

“La vista del lago dalla finestra della mia stanza è la cosa che mi manca di più di Lovere, il mio paesino in provincia di Bergamo. Sono iscritta a Lingue e Culture per l’Editoria qui a Verona, ma non mi dedico solo allo studio. Faccio parte di FuoriAulaNetwork, la radio universitaria, scrivo per Passmagazine e La gallina ubriaca, sono redattrice del blog Log to green e collaboro con App al cinema. Mi sto impegnando molto perché, un giorno, mi piacerebbe diventare giornalista o lavorare nel mondo della comunicazione radiofonica o televisiva. Nel frattempo, per mantenermi, faccio anche la cameriera in un ristorante vicino al centro. Lo so, sembra che io non abbia molto tempo libero, ma alla fine riesco sempre a trovare un momento per andare in palestra, uscire con le amiche e vedere il mio fidanzato”.

 

Silvia, studentessa di Lingue e Culture per l’Editoria

Sono felice di non essermi arreso allo scorrere del tempo

“Alcuni anni fa ho avuto un infarto. Da quando sono andato in pensione e fino a quel momento, svolgevo la vita tipica di tutti gli anziani. Dopo essere stato all’ospedale, ho pensato di avere ancora del tempo per godermi la vita e per riuscire a viverla al massimo. Così, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Storia e Geografia dell’Università di Valencia. Poi, per vivere l’esperienza universitaria a 360 gradi, ho deciso di partire per l’erasmus. A febbraio sono arrivato qui a Verona: ho scelto questa città perché la prima volta che ci sono stato me ne innamorai, ripromettendomi di  tornare.

Giunto alla fine di quest’avventura, posso dire di essere molto felice di aver deciso di non arrendermi allo scorrere del tempo e di aver optato, invece, per una vita piena e soddisfacente. In Italia mi sono trovato benissimo: i ragazzi, le ragazze e tutte le persone che ho conosciuto sono state magnifiche; nonostante fossero loro a chiedere consigli a me, credo di aver imparato molto più io da loro. Sono soddisfatto anche dal punto di vista accademico per aver superato con risultato positivo quattro esami, senza aver rinunciato a niente: sono andato alle feste, ho visto tutte le opere liriche della stagione in Arena, godendomi questa città magnifica. Anche se quest’esperienza è giunta a termine”.

 

Miguel, 81 anni, studente Erasmus dall’Università di Valencia

Chirurgia Generale mi aspetta, ma la strada è ancora lunga

“C’è da dire che diventare un medico è sempre stato il mio sogno. Mesi fa mi capitò di ascoltare a “Che tempo che fa” Fabio Fazio che intervistava Gino Strada, il fondatore di “Emergency”: da quel giorno capii realmente che avevo intrapreso la strada giusta. Sto terminando, infatti, il mio percorso di studi in Medicina e Chirurgia e mi laureerò a ottobre con una tesi sulla Chirurgia del pancreas. Per due anni sono stata rappresentante degli studenti nel Collegio didattico del mio dipartimento: devo dire che il corso permette  di approcciarsi fin da subito a ogni specialità, aumentando la consapevolezza della scelta futura. Io opterò sicuramente per Chirurgia Generale, sperando di entrare nelle graduatorie nazionali e rimanere qui a Verona. Ma non finisce qui, perché la lista delle cose da fare è ancora molto lunga: fra dieci anni conto di aver terminato gli studi, di avere un lavoro in un ospedale che sia pubblico e che dia la possibilità a chi ci lavora di fare ricerca (come accade qui all’ospedale di Borgo Roma, ad esempio) e di viaggiare verso l’estremo Nord del mondo per avvistare dal vivo i cetacei. Non dimentichiamo che vorrei anche essere mamma di due splendidi bambini e che mi vedo ancora accanto al mio attuale ragazzo. Nel mezzo della mia progettualità alberga, però, sempre un pensiero costante: il legame con una grande amica, venuta a mancare improvvisamente da poco, che porterò sempre nel cuore. Se dovessi ricordare un “tenero” aneddoto di questi anni di studio parlerei dei primi giorni del mio tirocinio nel reparto di Chirurgia del pancreas. A quel tempo seguivo l’ambulatorio con il professor Claudio Bassi, Direttore del reparto. Ricordo di questa coppia di coniugi siciliani; la moglie era appena stata operata di carcinoma e l’operazione era andata a buon fine. La loro riconoscenza fu qualcosa di sensazionale: dopo l’operazione la moglie abbracciò il professore, ringraziandolo per essersi preso cura di lei e, insieme al marito, donò alcuni prodotti tipici siciliani a tutto lo staff medico, complimentandosi con loro per l’accoglienza ricevuta. Dopo due anni di chemioterapia, la donna poteva finalmente tornare a casa.”

 

Chiara, 25 anni, studentessa di Medicina e Chirurgia

Facciamo jazz, siamo bravi a improvvisare e ci piace

“Suono il pianoforte e mi sto specializzando al conservatorio. Personalmente, concluso questo ciclo di studi molto ampio, mi piacerebbe lavorare nel mondo dell’organizzazione di eventi, sfruttando il più possibile la mia passione per la musica. L’altra sera ero con un mio collega violinista, abbiamo suonato in un ristorante: musica jazz, varia, leggera. Il nostro stile è un po’ particolare: siamo bravi a improvvisare e ci piace.”

 

Enrico, studente di Scienze della Comunicazione

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