Roberta Gueli, un’alumna nel parco delle meraviglie


Roberta Gueli è stata una pioniera dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione prima e Editoria e giornalismo poi. Gli anni di formazione accademica all’Università di Verona le hanno permesso di farsi strada nell’ambito della comunicazione e, dopo uno stage, è arrivata la grande opportunità di gestire l’ufficio stampa del Parco Giardino Sigurtà, il sito naturalistico di Valeggio sul Mincio che ha ricevuto importanti riconoscimenti. “Se si hanno le qualità prima o poi si emerge: ognuno deve trovare il proprio mondo”

Buongiorno Roberta, parlaci un po’ di te.

Sono Roberta Gueli, lavoro qui dal 2007, sono arrivata al Parco Giardino Sigurtà senza avere una formazione di stampo naturalistico e botanico, bensì nell’ambito della comunicazione. Dall’inizio della mia esperienza professionale ad oggi ho sviluppato una passione per questo mondo e da questo bene culturale, la natura, ho imparato tantissime cose. Con il passare del tempo, mi sono innamorata di questo posto e questo mi permette di lavorare sempre con maggiore passione. L’interesse per la natura si è ampliato anche con il recente avvicinamento al mondo degli animali ma, in generale, mi piace trascorrere il mio tempo anche con la lettura, il cinema e l’attività fisica. Possibilmente all’aria aperta.

Come descriveresti la tua esperienza universitaria?

Personalmente la mia esperienza all’Università degli Studi di Verona è stata serena, ho conosciuto tante persone, con alcune delle quali sono ancora in contatto. Mi sono laureata prima in Scienze della comunicazione e poi in Editoria e giornalismo. Ho avuto anche l’opportunità di fare uno stage: nel 2006, infatti, ho seguito per un periodo l’ufficio stampa della Provincia di Verona.
Consiglio a tutti i ragazzi di fare pratica sul campo, me ne sono accorta proprio arrivando qui al Parco Sigurtà da neolaureata che l’università aiuta tantissimo ma l’esperienza e il saper fare sono imprescindibili. Tirocini, uscite didattiche, esperienze all’estero, partecipazioni ad associazioni studentesche: non bisogna precludersi niente. Vanno colte le opportunità mantenendosi sempre aperti e curiosi. E a chi lavora durante gli studi dico che con fatica e sacrificio queste due sfere possono trarre un arricchimento reciproco.

Come si svolge una tipica giornata lavorativa e quali aspetti ti piacciono di più?

Ci si alza, si viene sul posto di lavoro, si fa il punto dei compiti che vanno sbrigati. Qui si fa pochissimo smart working, bisogna essere presenti fisicamente perché la natura cambia in continuazione, soprattutto nella stagione di apertura in prossimità della primavera. Ci sono eventi e iniziative da promuovere in ogni momento dell’anno, quando il parco è chiuso e ancor di più quando è aperto.
La giornata è scandita da una serie di appuntamenti, che possono spaziare dalla redazione di un comunicato stampa, al contatto con la famiglia Sigurtà o interviste con i media. Occupa un ruolo fondamentale anche il Crm – Customer Relationship Management – dei social media, ossia tutte le attività legate all’utenza che abbiamo online: recensioni e commenti degli utenti dei social sono solo alcuni esempi. Quest’ultimo aspetto, in questo momento, necessita di grande attenzione, anche e soprattutto per mantenere la reputazione. Mi piace trascorrere anche dei momenti nella natura, proprio per quel richiamo importantissimo esercitato dal parco, un vero e proprio magnete, per fare del lavoro una passione.

L’università si propone di fornire una base sulla quale costruire il proprio futuro professionale ma non solo. Cosa ti porti dentro da quegli anni da studentessa?

La curiosità, sicuramente. Un professore ci aveva consigliato di leggere un quotidiano al giorno, uno locale e uno nazionale, per farsi un’idea di come va il mondo. È importante leggere e continuare a studiare per comprendere il contesto sociale e lavorativo in cui viviamo. Ho tratto vantaggi anche dal punto di vista dei rapporti interpersonali: cerco di essere sempre curiosa ascoltando gli altri e rispettando l’opinione di tutti. Il fatto di dover fare gli esami con una certa continuità aiuta poi nel lavoro a essere costanti, precisi, a impegnarsi e non sedersi mai. A breve otterrò anche il tesserino di giornalista pubblicista, proprio per proseguire in questo percorso di miglioramento costante.

Come hai affrontato la transizione tecnologica degli ultimi anni che ha introdotto tante novità nell’ambito comunicativo?

È assolutamente importante studiarla e comprenderne le dinamiche. Oggi le aziende devono capire che la comunicazione è imprescindibile, ci si deve aggiornare e formare continuamente in quest’ottica. Noi stessi come parco siamo approdati sui social network, la tecnologia è un supporto importantissimo. Abbiamo un target anche giovane, una novità riguarderà infatti una nuova applicazione per i visitatori. Ci saranno degli indizi sparsi nella natura, quindi non vivranno un’esperienza esclusivamente tecnologica, dovranno divertirsi con il supporto tecnologico ma sempre a contatto con l’ambiente. Questo è un mondo in continua evoluzione e bisogna conviverci senza perdere il senso umano e della natura.

Cosa consigli a chi inizia a lavorare?

Non arrendersi alle prime difficoltà. Tutti ne abbiamo incontrate. Cercare di imparare, di avere sempre un atteggiamento positivo, propositivo, umile, di fare al meglio delle proprie possibilità il lavoro senza mollare. Il parco per me è stata una palestra pazzesca: all’inizio, da neo assunti bisogna fare tante cose, non essere schizzinosi, darsi da fare. Anche se un compito all’inizio ti sembra banale in quel momento, come fare una fotocopia, in realtà ti può essere utile un domani. L’ho provato sulla mia pelle. Bisogna farsi trovare sempre attenti e disponibili. Se ci si prepara assecondando le proprie passioni, con le giuste qualità, prima o poi si emerge: ognuno deve trovare il proprio mondo, il proprio spazio e solo così potrà lavorare serenamente ed essere soddisfatto.

Per maggiori informazioni sul Parco si rimanda al sito.


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Cristiano Zanolli, l’imprenditore scrittore 

Cristiano Zanolli, Alumno Univr, è l’imprenditore a capo dell’azienda Zanolli, attiva dal 1952 nel settore metalmeccanico per la ristorazione professionale. Nel suo CV ci sono due lauree – Economia e Commercio a Bologna e Scienze della Comunicazione in Univr – ma la sua passione principale è la scrittura: tre i volumi pubblicati negli anni su temi che spaziano dall’analisi economica al racconto di vite di chef e gastronomi dell’arte bianca, passando dal business writing. Ai giovani consiglia di essere pazienti e apprendere: “Ai ragazzi – spiega – consiglio di essere spugne: apprendete più che potete e poi… spaccate il mondo!” 

Cristiano, descriviti in poche parole. 

Mi chiamo Cristiano Zanolli, sono nato nel 1965 e sono l’imprenditore a capo dell’azienda Zanolli, oggi alla terza generazione. Sono un Alumno dell’ateneo di Verona, dove ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione dopo aver conseguito quella in Economia e Commercio all’Università di Bologna. La mia passione principale è la scrittura – ho pubblicato tre volumi, uno presentato anche in ateneo qualche anno fa –, ma tra i miei hobby rientra la degustazione di buoni vini, avendo frequentato recentemente un corso da somellier.  

Ci racconti il tuo percorso universitario? 

Una volta terminato il liceo classico, mi sarebbe piaciuto intraprendere studi “creativi” e artistici: un’idea che però fu presto bocciata da mio padre. Optai quindi per la facoltà di Economia e Commercio: anni di università che hanno accompagnato le mie prime esperienze lavorative. Prime esperienze che fin da subito mi sono risultate molto utili anche per comprendere meglio alcune tematiche affrontate in aula e nei corsi, fino alla laurea conseguita nel 1985. La mia passione per l’ambito umanistico, però, non è mai scemata: per questo, dopo diversi anni, decisi di iscrivermi all’Università degli Studi di Verona a Scienze della Comunicazione. Un indirizzo che mi ha permesso di approfondire le mie competenze nel campo della comunicazione e della scrittura, oltre a darmi l’opportunità di conoscere artisti e persone di riferimento del settore.   

Com’è stato il tuo primo approccio al mondo del lavoro? 

Direi segnato dalla consapevolezza che prima o poi sarei entrato a far parte dell’azienda di famiglia fondata da mio nonno. Da giovane la mia vera passione era lo sport: ero un atleta professionista con una carriera promettente che, però, finì presto a causa di un infortunio. Poi arrivarono le prime esperienze lavorative in azienda nel campo delle vendite. Fu però quando mancò mio padre che mi trovai improvvisamente “in trincea”, a “prendere in mano” l’azienda e a doverla guidare. Un compito non certo facile che riuscii a portare avanti con successo insieme all’impegno e al supporto di tante persone. 

Ci racconti la tua giornata tipo? 

La mia giornata tipo è difficile da definire, in quanto molto variegata, talvolta dura e spesso entusiasmante. Non c’è uno schema prestabilito, le giornate sono diverse perché spesso cambiano anche i luoghi, essendo io spesso in viaggio per lavoro. Diciamo che in generale cerco sempre di organizzare la mia giornata in base agli impegni previsti in agenda, che possono essere eventi aziendali, fieristici o visite ai clienti. Detto ciò, la quotidianità non mi dispiace affatto quando c’è: specialmente quando mi permette di ricavare del tempo per la mia passione, la scrittura. Quando posso, la mia giornata si conclude nella mia cantina di casa: un vero e proprio “rifugio” dove, accompagnato dalla mia poltrona e da un buon bicchiere di vino, mi posso dedicare in pace alla lettura.  

Quale parte del tuo lavoro preferisci maggiormente? 

Direi che a piacermi di più è soprattutto la parte creativa e comunicativa, anche se mi piace molto anche intraprendere nuovi progetti, scoprire nuovi mercati e viaggiare.  

Quale consiglio ti senti di dare a studenti e neo-laureati? 

Ai ragazzi consiglio, prima di tutto, di avere pazienza: una dote che dovrebbe sempre essere accompagnata da spirito di sacrificio e senso del dovere. Se avete o decidete di coltivare queste caratteristiche, vedrete che le cose verranno da sé. E poi c’è lo studio, la capacità di analizzare e imparare: siate spugne, apprendete più che potete e poi… spaccate il mondo! 

Aiutiamoci a rendere la nostra esperienza universitaria ancora più bella

“Tutto è cominciato il 6 settembre 2014, quando ho seguito le procedure per immatricolarmi in Univr. Il corso di laurea era quello in Scienze della Comunicazione ed ero cosciente che sarebbe stato il percorso universitario giusto per me.

Dopo aver inviato la conferma di immatricolazione a mia mamma per stamparla (in quel periodo ero in Inghilterra ad accudire i figli di mia cugina, che lavorava poco lontano da Oxford) ho subito scritto a una ragazza che frequentava proprio quel corso di laurea per chiederle se conoscesse qualche gruppo social del mio anno. La sua risposta ancora risuona nella mia mente: “Non lo so Vale, ma in caso, puoi sempre crearne tu uno!”.

Detto, fatto. Il 15 settembre ho aperto il gruppo, oramai archiviato, “Univr – Scienze della Comunicazione a.a. 2014/2015”, un luogo in cui condividere con colleghe e colleghi avvisi, dubbi e qualsiasi altra informazione relativa all’università. Da quel momento mi sono sempre occupata della comunicazione tra studentesse e studenti con i docenti, tant’è che, successivamente, amministravo anche i gruppi delle matricole 2015/2016, 2016/2017 e, per un periodo, 2017/2018, anno accademico in cui ho conseguito la mia laurea triennale.

Inoltre, per agevolare ulteriormente la comunicazione, intorno a gennaio 2015 ho creato un sito web su cui condividevo in maniera chiara e schematica informazioni relative agli insegnamenti, agli esami, alle procedure di iscrizione (ad esempio per le prove del CLA), e così via.

Poco prima della mia laurea ho deciso che avrei chiuso tutto, dato che non avrei avuto più modo e necessità di aggiornarmi, non avendo avuto fin da subito l’intenzione di iscrivermi ad un corso di laurea magistrale. Quindi, il 14 novembre 2018, giorno successivo alla proclamazione, ho eliminato definitivamente il blog.

Ricordo perfettamente la sensazione provata: ero soddisfatta del mio operato, ma triste: sentivo come un vuoto impossibile da colmare. Così, la domenica della stessa settimana, mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in Editoria e Giornalismo, rendendomi fin da subito disponibile con colleghe e colleghi, specialmente coloro che, avendo frequentato altri atenei, avevano bisogno di una mano per orientarsi in Univr.

Più tardi, navigando sul portale MyUnivr, ho notato un Bando Fondo Sostegno Giovani, il quale consiste in assegni per l’incentivazione delle attività di tutorato didattico-integrative, propedeutiche e di recupero: senza nemmeno batter ciglio, ho deciso di mandare la mia candidatura. Dopo esser stata selezionata durante i ripescaggi, ho cercato fin da subito di mostrare quelle che erano le mie lacune e le capacità acquisite soprattutto durante il ruolo di referente studentesca assunto negli anni della triennale.

Ora dovevo affiancare l’Ufficio Orientamento e comunicare con studentesse e studenti di tutti i dipartimenti, non solo quello di Culture e Civiltà.

Da qui è nato il mio profilo Instagram: un collegamento immediato con me, una persona in diretto contatto con gli uffici dell’Università che, però, è anche una studentessa, pertanto alla pari con i suoi interlocutori.

Sul profilo potete scrivermi senza formalità o timori tutto ciò che non va, che non vi piace, che ritenete di dover far conoscere a qualcuno che possa concretamente fare qualcosa per migliorare. Tanto, come sempre, “Siamo tutti sulla stessa barca”: se non siamo noi i primi ad aiutarci e a supportarci, chi altri potrebbe farlo?

Il mio desiderio è quello di creare una community per migliorare ulteriormente il nostro Ateneo, e l’unico modo perché ciò accada è proprio riferire a chi di dovere cosa non va bene, così da permettergli di modificare e migliorare.

Senza dubbio avrete notato l’aumentare delle notifiche push (le campanelle dell’App Univr che vi consiglio di scaricare, se ancora non l’avete fatto.

Aiutiamoci a rendere la nostra esperienza universitaria ancora più bella, sarà uno dei ricordi della nostra vita destinati a rimanere indelebili.”

Valeria, studentessa di Editoria e Giornalismo
Instagram: @valeriapinklady_univr

Ci siamo laureati nella stessa casa, alla stessa scrivania, a dure ore di distanza

“In questi giorni strani, tristi e con poca luce abbiamo avuto un momento di pura felicità.

Da un mese condividiamo la quarantena perché prima che accadesse tutto eravamo insieme e ci siamo rimasti. Nella stessa casa, alla stessa scrivania abbiamo discusso le nostre tesi conseguendo la laurea a due ore di distanza.

Abbiamo avuto la fortuna di avere parte della famiglia al nostro fianco e un’altra parte che, per quanto lontana, ci ha trasmesso calore e affetto. Siamo fortunati.

È stata un’esperienza che ci aspettavamo essere molto meno emozionante di una laurea tradizionale, ma al contrario abbiamo provato tanta gioia e soddisfazione inaspettate.”

Alberto e Sofia, studenti di Scienze della Comunicazione

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