Sono passato dalle aule universitarie agli uffici di MSC USA in tempo zero

“Sono Alessandro, classe ‘95, nato e cresciuto nel territorio mantovano. Mentre scrivo queste righe sto realizzando che sono ormai passati 8 mesi dalla mia partenza per questa avventura post-laurea negli Stati Uniti d’America.

Ma cerchiamo di fare un passo indietro, partendo dall’inizio.

Siamo circa agli inizi di luglio 2019, sono iscritto al corso di Marketing e Comunicazione d’Impresa. Un solo esame mancante e in più la tesi per completare il percorso di studi in Univr. Si dà il caso che l’esame mancante fosse quello del prof. Russo che, prima della consegna dei compiti, parla di una mail che avrebbe inviato nei giorni successivi relativa al Premio di Laurea “Training on the Job at MSC USA”. Una volta superato l’esame, in uno dei giorni seguenti in ufficio (lavoravo già full time da circa un anno come Production Planner in un’azienda del mantovano) quasi per caso ho deciso di controllare se la mail fosse arrivata e senza pensarci troppo, ho fatto l’application per il bando.

Sono sincero, l’esperienza mi attirò da subito ma nella mia testa frullava il classico “Con tutte le persone che si presenteranno, perché dovrebbero scegliere proprio me?” cosi qualche settimana dopo, senza troppe speranze, mi presentai al colloquio per la selezione. Poco dopo la conclusione, i 4 presenti comunicarono la decisione per cui proprio io risultai vincitore.

Nei giorni successivi iniziai a comunicare la news, ai genitori in primis ancora ignari di tutto, e poi ad amici e colleghi. I mesi successivi sono stati un susseguirsi di burocrazia tra visto, passaporto e documentazioni varie fino al giorno del via libera: partenza fissata al 18 ottobre.

Volo diretto di circa 9 ore Malpensa-New York, scalo di 30 minuti (ancora mi chiedo come abbia fatto a salire sull’aereo successivo) e poi di nuovo a bordo per 40 minuti: destinazione Baltimora. Una volta arrivato sono stato accolto da una collega, che sarebbe poi stata la mia coinquilina per i primi sei mesi e che non mi stancherò mai di ringraziare per l’aiuto e la disponibilità, qualità dimostrate anche da tutti gli italiani incontrati nel mio percorso. Da lì a poco, dopo un breve tour della città, è iniziata la mia nuova avventura lavorativa e ho incontrato Mauro (ex studente dell’Università di Verona, negli USA da circa 20 anni e attualmente Branch Manager dell’ufficio MSC di Baltimora), presente nella fase di selezione. Dopo una breve training, sono stato assegnato al team che si occupa di logistica intermodale. Ad oggi mi occupo della gestione del cargo in arrivo tramite navi negli USA (quindi lato import) con l’obiettivo efficienti distribuzioni presso le destinazioni finali nel Paese attraverso camion, ferrovie e navi di dimensioni minori.

Nel primo periodo sono stato a Washington, Philadelphia e New York mentre le successive vacanze, settimana in Italia compresa, mi sono state cancellate causa Covid-19. Al momento l’ufficio vive, come la maggior parte delle attività, una fase di smart working da circa inizio aprile ma è pianificata una ripresa graduale da inizio luglio mirata al ritorno alla normalità il prima possibile.

Dovessi tirare le somme a questo punto dell’esperienza (il mio visto attuale ha scadenza maggio 2021), non posso che ritenermi assolutamente soddisfatto sia a livello personale che a livello lavorativo: il mio inglese è notevolmente migliorato, ho sviluppato nuove skills professionali ma soprattutto umane e mi sono adattato ed integrato in un mondo abbastanza diverso dal mio. Dovessi pensare ora al futuro? Sono sincero, già da un po’ lo sto facendo ma in tutta onestà ritengo sia ancora troppo presto per poter prendere una decisione definitiva.

Concludo con un consiglio, se amate mettervi in gioco e realizzare i vostri sogni allora la cosa da fare è solo una: uscite al più presto dalla cosiddetta comfort zone.

Alessandro, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa
Instagram: @alartoni




Dalle cheerleader all’uragano, abbiamo vissuto un’esperienza americana a 360 gradi

UNCW, University of North Carolina non è stata solo la nostra università ospitante per 4 mesi, ma anche la nostra famiglia. Io e la mia compagna di viaggio Silvia abbiamo avuto la possibilità di vivere l’esperienza americana a 360 gradi. A partire dalla vita in un Campus americano, alle partite di basket con le cheerleader e all’uragano che si è abbattuto sulla nostra costa. Eravamo immerse in un contesto internazionale dove abbiamo avuto l’occasione di conoscere persone da tutto il mondo. I 4 mesi sono volati e a malincuore, ma con un bagaglio di esperienze non da poco, siamo tornate in patria.

Silvia, studentessa che ha partecipato al programma Worldwide Study

Ogni giorno mi chiedo chi sono, e tutti i giorni è una scoperta continua di me stessa

“A 18 anni sono partita per l’America, alla volta di Filadelfia, per scoprire cosa offre il mondo. Andare dall’altra parte dell’oceano, a maggior ragione da sola, mi ha aiutato ad aprire la mente, a capire quali sono le opportunità della vita, a cogliere l’attimo. Ho vissuto un anno negli States e quando sono tornata a casa ero una ragazza completamente diversa. Ogni giorno mi chiedo chi sono, e tutti i giorni è una scoperta continua di me stessa. Adesso lavoro per Thesy all’UnivrStore, sono stata scelta per questo negozio perché parlo tante lingue, sono espansiva ed estroversa, perché mi piace stare a contatto con il pubblico, ridere, scherzare… perché questa sono io!”.

 

Rachele, laureata in un altro ateneo e commessa da UnivrStore

Instagram: @rachelemischi

 

Il mio american dream: 6 mesi alla University of Massachusetts Boston

Ho sempre viaggiato molto e fin da bambina ho vissuto diverse esperienze all’estero ma in America non ero mai stata. Quando ho visto che era possibile frequentare un semestre all’università di Boston con il progetto Worldwide study 2018/2019 mi sono detta “Perché no? Proviamoci!”. Sono contentissima di averlo fatto: ho vissuto un’esperienza stupenda. Vivere in un college americano è stato meraviglioso, mi sembrava di vivere un sogno: mi sono subito sentita ben accolta da tutti, compagni e professori, e ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno aiutata a vivere l’università a 360 gradi … mi sentivo parte integrante del campus!

I campus universitari sono fantastici, assomigliano a delle mini città dove c’è tutto ciò che serve: campi, palazzetti per ogni tipo di sport, piscine, il centro medico e il supermercato. Il campus  dove mi trovavo è un po’ fuori dal centro di Boston ed è sviluppato su una penisola: da qualsiasi punto della struttura potevo osservare il blu dell’oceano in lontananza.

Tra le tante cose che mi hanno colpito della realtà universitaria americana, sicuramente c’è il modo in cui viene fatta lezione: gli studenti partecipano in modo attivo attraverso discussioni, presentazioni, lavori di gruppo che rendono più dinamico l’apprendimento e facilitano la socializzazione.

Ho vissuto molti attimi meravigliosi, una delle esperienze che mi porterò per sempre nel cuore è la partita dei Red Socks perché non è stato semplicemente assistere a un match di baseball, è stato un vero e proprio evento sociale che mi ha fatto innamorare della cultura americana.

 

Martina, studentessa di Editoria e Giornalismo

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