CyberChallenge? Un’esperienza che consiglio a tutte e tutti

“Sono Alessandro e vorrei raccontarvi della mia partecipazione alla CyberChallenge, dove l’Univr si è classificata terza grazie alla mia squadra.

Il progetto vede una prima fase di lezioni e poi una sfida, opportunità che consentono di toccare con mano tutte le nozioni che altrimenti resterebbero solo sui libri: ho pensato di raccontarvi questa esperienza tramite un breve video.

Che aspettate? Iscrivetevi alla prossima edizione della CyberChallenge, c’è tempo fino a gennaio!”

Alessandro, studente di Informatica
Instagram: @alessandro.righi_

Il vantaggio di avere dei titoli che valgono doppio

“Sono assegnista di ricerca in Filosofia Morale presso il Dipartimento di Scienze Umane, ed ho avuto l’occasione di partecipare ad un importante evento grazie alla mia esperienza universitaria.

L’evento per il quale sono stata coinvolta, organizzato dall’Ambasciata tedesca a Roma, consisteva in un panel virtuale tra Nunzia Catalfo, Ministra del Lavoro per il Governo italiano, e Hubertus Heil, Ministro del Lavoro per il governo tedesco, sulla tema della migrazione del lavoro in Europa dal punto di vista italo-tedesco. 

Sono stata invitata ad intervenire con un breve video, riportando la mia esperienza di studio e ricerca tra Italia e Germania: una laurea magistrale a doppio titolo e un dottorato a titolo congiunto.

L’evento si è tenuto in diretta streaming, credo che la mia video-testimonianza possa riassumere al meglio quella che è stata la mia esperienza italo-tedesca.

Buona visione!”

Giulia, assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze Umane
Instagram: @giulia.battistoni.90

You have two places that you can call “home”, two lines of existence

“Migration is an unprecedented experience tearing you out of the habitual ambient and away from the roots that used to nourish you. When I ask myself what is it for – I usually arrive to the idea of transformation.

The main image that comes to my mind when I think about immigration experience is a journey. Person who changes his surroundings in a such serious way, starts from the feeling that (s)he is not here and is not there, (s)he is always between: between languages, between economic systems, between cultures, etc. It is like a riddle to be solved. And if you solve it, you will learn something about yourself, you will enrich your being with new experience.

There are good parallels, as it seems to me, with alchemical/psychoanalytic magnum opus, where first step is nigredo, dissolving and disintegration when you first time immerse in a new habitat. It is hard time when everything is so unfamiliar that it breaks and dissociates you; new is not found, old is lost.

Then comes albedo – revival and attempts to find your path in new circumstances, reterritorialization of yourself on the new ground. Time passes, you get used to your new life. It becomes natural to be here and to be there, now you are not between, on the contrary, you have two places that you can call “home”, two lines of existence.

And it finishes with rubedo – seeing your destiny in more clear way, individuation and integration of different aspects of self in a new superior assembly.

If we are talking about people and relations in this sense, there is always an abyss over which the bridges should be built. In that case I address gratitude to people who have love and imagination to lay paths to someone different from them, who give space to others in their behaviour, words and actions.

An important role in my journey has played and continues to play Master’s Philosophy (Philosophical Sciences) where I am studying (Verona, Italy). It is social institution that supports and gives opportunities (experience, knowledge, contacts), also it is home for lots of students. Studying process here has some specifics such as ability to choose courses and sessions in which you do exams.

Although I would love to have more seminar work in program, a lot of conferences and events are organized during the whole year (now, unfortunately, everything is stopped because of the covid-emergency; a situation that the university is managing, by the way, very well). Program in itself has some national specifics: on the whole, all philosophical directions are widely represented, yet there is a big part of Italian authors in program and there is no some contemporary world-wide movements (such as new materialism or object oriented ontology).

However, personally for me, most important was to find here open-minded, hearty and creative ambience, in which I see a place for me and horizons of the future.”

Anastasia, studentessa di Scienze Filosofiche
Instagram: @pipistanse

In Erasmus a Leeds ho capito che noi europei abbiamo più cose in comune di quanto crediamo

“Un rientro anticipato di 3 mesi, in un’Italia in piena quarantena, non è riuscito a rovinare il ricordo di una delle esperienze più coinvolgenti ed intense della mia vita. Chiudere in bellezza, ho imparato, non è sempre possibile; tuttavia, la paura di un addio non deve scoraggiarci da intraprendere avventure che possono cambiarci la vita.

Anche se inizialmente timoroso per alcune difficoltà burocratiche, superate grazie al puntuale aiuto di docenti e personale Univr, sono riuscito a coronare il mio sogno di internazionalizzare la mia formazione.

L’iniziale senso di timore, una volta uscito dalla caotica stazione dei treni di Leeds, ha ceduto il passo a un senso di libertà mai provato prima. Un senso di libertà che, non so ancora bene come, sono col tempo riuscito a sublimare nella creazione di una daily-routine tutta mia, capace di coniugare tre, quattro parties a settimana – che si tenevano nelle casette tutte uguali della mia amata 45 Mayville Avenue – con il superamento degli impegni universitari scanditi dal mio Learning Agreement (LA).

Una cosa che mi ha sorpreso è la flessibilità che mi è stata offerta nella scelta dei corsi. Essendo iscritto “sotto condizione” al primo anno di magistrale, e non avendo quindi ancora conseguito la laurea triennale, l’Università di Leeds non mi ha permesso di iscrivermi ad alcuni corsi “Master level” (magistrale). Il referente di sede qui a Verona, tuttavia, mi ha concesso di inserire nel LA sia esami “BA level” (ovvero della triennale) che “MA level”. La flessibilità dimostrata dall’Università di Verona mi ha permesso di completare il primo anno di magistrale all’estero e di farlo, tra l’altro, con una media dei voti più alta rispetto alle mie aspettative – vista la ratio, a mio dire, indulgente delle tabelle di conversione dei voti.

Devo ammetterlo, a livello architettonico e museale Leeds ha di che invidiare a molte città a noi più vicine, ma una cosa è certa: ritrovarmi immerso in una cultura diversa dalla mia, convivendo con persone provenienti da diverse regioni del Regno Unito, qualcosa mi ha insegnato. Se, da un lato, ho scoperto che pure loro non si capiscono se parlano in dialetti diversi, dall’altro lato ho imparato che in fondo, al di là delle difficoltà di comprensione linguistica e culturale, una serena convivenza è certamente possibile, se basata sul rispetto del punto di vista altrui e sul riconoscimento della relatività del proprio.

Un’altra cosa che non avrei conosciuto altrimenti, e che nemmeno credevo esistere, è il sentimento di comunanza che si prova stando insieme a ragazzi europei provenienti da altre nazioni. Oltre alla facilità di comunicazione data da una lingua comune comunemente mal parlata, il sentimento diffuso di familiarità che ci avvolgeva durante le sfide a beer pong e ring of fire è un qualcosa che difficilmente scorderò.

E, alla fine, penso che il progetto Erasmus sia stato pensato proprio per questo: per farci capire che, così in classe come al pub, noi europei abbiamo più cose in comune di quante crediamo.

Non mi resta che ringraziare l’Università di Verona e con essa le persone che mi hanno costantemente seguito nella realizzazione di un sogno. Ora tocca a voi!”

Giulio, studente di Scienze Filosofiche
Instagram: @giulio_geromella

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