“Nel 2006 lavoro a Milano come metalmeccanico a tempo indeterminato. L’anno seguente, festeggio i 21 anni come animatore nei villaggi turistici, in Marocco. A stagione finita, mi offrono una promozione sotto forma di 6 mesi come capo-animatore alle Maldive.

Nel breve termine la prospettiva si annuncia divertente, ma non vedere una luce in fondo al percorso mi spaventa. Rifiuto e decido per una meta più lontana. Sarà la mia stella da seguire: mi iscrivo alla triennale in Informatica Multimediale a Verona.

Scelta sofferta. In famiglia, nessuno è laureato e l’incoraggiamento va a braccetto con lo scetticismo. Lo stesso avviene nella mia testa, dove il misero 63 in uscita dalle superiori urla prepotente. A completare l’opera, si aggiungono il cambio di stile di vita, da villaggi turistici ad università, l’assenza di amicizie veronesi dovuta alle mie origini bresciane e la consapevolezza di iniziare con due anni di ritardo.

Non capisco se sia quella stella a brillar felice, o io ad esser nato basso, eppure mi sento costretto a guardare verso l’alto.

Il cervello si scrolla la ruggine, ma l’Università mi appare molto fredda, distaccata. Decido di candidarmi come rappresentante degli studenti per dare il mio umile contributo. Non mi identifico nei partiti esistenti e creo una lista neutra. Credo molto nella rappresentanza. Penso che un rappresentante possa servire da esempio a molti.

La stella ora brilla più forte, ma pare allontanarsi. Per raggiungerla, devo dare di più. Molto di più.

Mi convinco che un Rappresentante deve aspirare ad essere l’esempio per gli altri. Divento Presidente del Consiglio Studenti. Tuttavia, il rischio che uno divenuto popolare per attività extra-curricolari (cabaretScienze, FestaScienze), venga scambiato per uno studente facinoroso è alto. L’idea mi terrorizza.

La stella è più vicina. Mi sprona. Accelero e chiudo la magistrale nei 2 anni previsti, con Lode.

Dopo 6 anni, la stella è raggiunta. Le sono seduto sotto: mi scalda e fa luce su una nuova galassia. La ignoro e continuo a godermi il panorama veronese: nel 2014 vinco un assegno di ricerca e partecipo a Start-cup Veneto con un’idea imprenditoriale. Imparo molto, da entrambe le esperienze, ma inizio a riflettere su cosa potesse riservarmi la galassia che avevo ignorato fino a quel momento. Tra coraggio e paura, decido di buttarmi.

Il biennio 15/16 mi vede costantemente con la valigia in mano. Giro 6 appartamenti in un anno, arrivando a dormire in condizioni indicibili. Cambio due città. Raggiungo nuove stelle, ma non scaldano abbastanza da farmi fermare. Rifiuto due opportunità lavorative: una per l’ambiente tossico, l’altra per evitare di perdere le mie competenze di Intelligenza Artificiale. Passo notti insonni con l’ansia di preparare colloqui di lavoro per grandi realtà, come Amazon. Tiro troppo, crollo e fallisco l’ultimo step. Mi ritrovo senza un lavoro e coi risparmi quasi a zero.

La mia nuova stella di una carriera all’estero sembra troppo lontana. Organizzo il rientro in Italia. Volgo uno sguardo indietro alla prima stella, quella dell’Università: mi sorride fioca. C’è così tanto buio intorno.

Decido di dare tutto quello che ho. Affilo il curriculum. Ottantadue versioni per trovare quella definitiva. Risponde Intel – il colosso tecnologico – ed ottengo un contratto a tempo indeterminato in un paese sconosciuto del Regno Unito. Dopo 3 anni, sono il punto di riferimento per EMEA in Intelligenza Artificiale e collaboro a progetti di caratura mondiale.

Non so per quanto ancora mi scalderò sotto questa stella, né tantomeno se ne raggiungerò altre. So solo che se oggi ho la fortuna di contemplare un universo di opzioni, è solo grazie agli insegnamenti appresi inseguendo la mia prima stella. L’Università “Scienze MM.FF.NN.” di Verona non solo mi ha aperto una galassia di possibilità, ma mi ha anche dato i mezzi per poterla navigare.

L’augurio è quello di rimanere eterni studenti e non perdere mai la voglia di rincorrere nuove stelle.”

Walter, laureato in Informatica Multimediale
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