Ho lavorato in aeroporto per 18 anni e pensavo avrei finito la mia carriera lavorativa tra i banchi check in. Qualche anno fa, per cause di forza maggiore, ho dovuto lasciare il mio porto sicuro e ho iniziato a guardarmi intorno. Dopo l’esperienza in un settore così specifico, non sapevo davvero dove volgere la mia attenzione. Seguendo il consiglio di alcune amiche, ho deciso di inviare la documentazione a quasi tutte le scuole di Verona per poter insegnare inglese in qualità di supplente. Non sapevo, però, che per poter seguire questa nuova strada era necessario aver conseguito la laurea specialistica. All’inizio ero molto titubante, avevo appena avuto un bambino e mi sembrava un’impresa impossibile poter tornare nelle aule universitarie lasciate 10 anni prima. Poi mi sono lasciata convincere dalle colleghe delle scuole in cui ero stata chiamata, e da mio marito, che nel frattempo si era iscritto alla laurea magistrale in Banca e Finanza dell’Università di Verona. 

A ottobre del 2018 ho iniziato la mia nuova avventura iscrivendomi al corso di laurea magistrale in Editoria e giornalismo. Il primo giorno mi sono sentita davvero a disagio. Mi chiedevo che cosa ci facessi alla mia età con tutti quei ragazzi giovani e dalle menti brillanti e fresche. Eppure ho cominciato a partecipare attivamente alle lezioni e ho ritrovato quell’entusiasmo che mi aveva accompagnato durante la triennale. La mia fortuna è stata anche trovare un gruppo di compagne di corso disponibili e molto gentili che mi hanno accolta e fatta sentire una di loro, nonostante la grande differenza d’età. All’improvviso non mi sono più sentita vecchia e mi sono resa conto che l’università è un luogo senza tempo in cui tutti perseguono un obiettivo comune: l’acquisizione di conoscenza per poter avventurarsi nel mondo del lavoro e nella vita. Arrivavo a casa stanca, ma soddisfatta di quello che stavo facendo pronta per ricoprire, nelle restanti ore della giornata, il ruolo di mamma. Appena Pietro, il mio bimbo, andava a dormire, sia io che mio marito, invece di spaparanzarci placidamente sul divano, ci sedevamo alla nostra comune scrivania e iniziavamo a studiare fino a notte inoltrata.

Nel frattempo, visto che la mia vita non era abbastanza ricca e piena di impegni, abbiamo deciso di allargare la famiglia e, verso al fine di ottobre, sono rimasta incinta di una bimba, Viola che è diventata la mascotte del mio gruppo di amiche e compagne di studi. Anche in questo caso ho avuto l’appoggio e il sostegno di tutti all’università a partire dai professori stessi. Pensandoci il rapporto con i docenti è diverso rispetto a quello che avevo quando frequentavo la triennale, forse perché spesso mi ritrovo ad avere la loro stessa età. Fortunatamente ho goduto di ottima salute fino alla fine della gravidanza e, così, sono riuscita a seguire tutte le lezioni e a sostenere quasi tutti gli esami del primo anno, anche dopo aver partorito.

Alcune amiche mi chiedono come faccia a fare tutto, la mamma, l’universitaria, la docente di inglese all’Univalpo e la risposta me l’ha data la professoressa Facchinetti quando mi ha definita una persona determinata. Forse è proprio questa dote che mi fa affrontare tutto con così tanta energia. Ovviamente non è tutto rose e fiori. A volte non è facile gestire gli impegni familiari e le lezioni, devo sempre affidarmi alla disponibilità dei nonni che spesso si prendono cura dei nipoti quando io sono all’università. Ci sono momenti in cui vorrei letteralmente gettare tutti i libri e gli appunti fuori dalla finestra perché sono stanca, ho passato la notte insonne per accudire Viola e ho solo voglia di godermi la mia famiglia senza pensare alle lezioni, allo studio e agli esami. Oppure momenti in cui penso che non arriverò mai alla fine se non perdendo la ragione, oltre ad avere sensi di colpa per il fatto che mi sembra di trascurare i miei bimbi e mio marito e di toglier loro tempo per dedicarlo allo studio.

Poi faccio un bel respiro, cerco di ripetermi perché sto facendo tanta fatica e tanti sacrifici, e allora ritrovo la forza per andare avanti e per rimettermi sui libri ancora una volta. Mi mancano sei esami per finire questo lungo e faticoso viaggio, sono entusiasta del corso di laurea che ho scelto perché sto seguendo corsi interessanti e sto scoprendo tante sfaccettature del giornalismo che non mi sarei aspettata. Inoltre sono felice di aver conosciuto questi ragazzi che mi hanno aiutato davvero a rivalutare il mondo giovanile e soprattutto, di aver stretto amicizia con delle ragazze e studentesse davvero speciali. Se è vero, come dicono, che i bambini imparano dall’esempio dei genitori più che dalle parole, spero che un giorno possano diventare persone tenaci e possano imparare a non mollare mai.

Samuela, studentessa di Editoria e giornalismo