Se hai una meta goditi il viaggio più che puoi. Se la meta geografica coincide con un obiettivo che viene dal passato, senti che dilazionare il piacere ne accrescerà il godimento. Poco importa che secondo i criteri correnti sono cose da ragazzi, ti sei sempre mossa fuori dagli schemi. Quello che davvero conta è poterti dedicare a un lavoro bellissimo, la pubblicazione di un manoscritto inedito corteggiato da quasi vent’anni, una passione dell’intelletto che ti viene riproposta.

Per andare incontro a tutto questo unisci i due punti geografici sulla carta, prima con un aereo, ma gli orari sono improbabili (una notte in bianco è un’idea insopportabile) e poi con il treno, o meglio con i binari del treno e a quel punto ti rendi conto che l’Europa unita è un puzzle ferroviario. Il sito più quotato promette 12 ore di viaggio diurno con 2 cambi, uscendo di casa come se andassi al lavoro (questa parentesi la lascio al lettore, visto che, in epoca postpandemica le abitudini dei lavoratori sono cambiate, visto che il lavoro intellettuale non ha mai avuto orari fissi). E infatti esci di casa verso le sette e mezza con borsa leggera a tracolla e ti concedi perfino un caffè alla stazione raggiunta a piedi.

What are you doing in Zurich?!? Hai dovuto cambiare tutto il percorso per via di un problema tecnico al primo treno, la rete elettrica dei vari paesi è diversa e quindi i treni che dovrebbero unirli in realtà tornano indietro costringendo i passeggeri in entrambi le direzioni a passare da un treno all’altro. La Germania non funziona, è un paese in ginocchio (la tua è una voce fuori dal coro, già…) ritardi su ritardi, gente avvilita a arrabbiata. Invece in Svizzera via le mascherine, sorrisi aperti, vagoni ampi e paesaggi mozzafiato tra laghi, montagne, cieli blu, ghiacciai… Le idee si rinfrescano e lo spirito, agitatosi in Germania, si acquieta e riparte con slancio. Lungo tutto il percorso emerge l’elasticità del personale ferroviario nel cambiare i biglietti con messaggi scritti ai colleghi degli altri paesi, e a te la spiegazione: We have to make Europe united in this way!

A Chiasso, dico Chiasso, guardi dal finestrino verso il binario e un operaio con gilet orange ti fa l’occhiolino… Ecco il benvenuto in Italia! Il treno ti porta fino a Milano dove ti attende un gelato e poi TRENORD, che dire… una circumvesuviana padana… La tua meta, si capisce anche col buio, è di un’eleganza straordinaria, il tassista un lord, la stanza un appartamento e le lenzuola candide. Al mattino quando chiedi al primo passante dove andare a fare colazione ti indica un bar che è uno scrigno di dolci…

Happy beginning: la firma è un’epifania e l’incontro con la comunità scientifica una rivelazione.

Nel mese di maggio ho iniziato un nuovo progetto sui Diari inediti di Giuseppe Antonio Borgese con un assegno di ricerca del Center for European Studies del Dipartimento di Culture e Civiltà, Università di Verona.

Ilaria De Seta, assegnista di Storia contemporanea, Dipartimento di Culture e Civiltà