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Riccardo Fratton è un enologo, Alumno Univr dal 2006. Oggi lavora come enologo e coordinatore aziendale nell’azienda agricola Poggio San Polo di proprietà di Marilisa Allegrini a Montalcino, territorio di produzione del celebre Brunello di Montalcino. In questa intervista ci racconta la sua storia professionale, come è evoluto il suo ruolo in azienda e che cosa pensa sia fondamentale per chi intende avvicinarsi al mondo dell’enologia.
Buongiorno Riccardo Fratton, ci racconta di cosa si occupa?
Attualmente lavoro come enologo e coordinatore aziendale nell’azienda agricola Poggio San Polo di Marilisa Allegrini a Montalcino, dove produciamo soprattutto Brunello. Il mio è un background tecnico, mi sono laureato in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche all’Università di Verona nel 2006.
Dopo la laurea in Univr l’aspettava l’America…
Già! Una volta laureato sono volato in California: un’esperienza che ho voluto fare sia per crescita personale che professionale, per staccarmi dal “vecchio” mondo dell’enologia europea. Dovevo fermarmi sei mesi, ci sono rimasto per due anni. Ma l’Italia mi mancava, per cui sono tornato a casa e ho cercato lavoro. La prima esperienza lavorativa qui è stata con la famiglia Bertani in Valpolicella dal 2009 al 2015. Poi l’incontro con la signora Marilisa Allegrini e l’inizio del mio attuale lavoro presso l’azienda agricola Poggio San Polo a Montalcino.
Al momento di cosa si occupa nell’azienda agricola Poggio San Polo?
Il mio ruolo è mutato parecchio negli ultimi anni. Nel 2015 mi occupavo prevalentemente della parte tecnica e dei 16 ettari coltivati, dal vigneto alla cantina. Fin dall’inizio ho iniziato quindi a seguire tutte le operazioni necessarie alla produzione del vino: coltivazione e vinificazione, imbottigliamento e affinamento. Tutte operazioni che in azienda seguiamo internamente.
Con il tempo, come dicevo, ho avuto modo di ampliare e consolidare le mie competenze anche in campo gestionale, e oggi mi occupo anche del coordinamento di tutte le altre attività che si svolgono in azienda, compresa l’accoglienza di ospiti e l’organizzazione di visite e degustazioni per clienti.
Potrebbe raccontarci come si svolge una Sua giornata tipo?
Una delle cose che apprezzo molto del mio lavoro è proprio il fatto che le giornate sono sempre molto varie, per questo non ho una vera giornata “tipo” da raccontare. Ad ogni modo, in genere le mie mattine iniziano con una bella corsa, sono appassionato e la faccio al mattino presto perché sappiamo quando iniziamo a lavorare ma non quando finiamo. Verso le sette – sette e mezza – incontro lo staff e organizzo le attività della giornata, che possono variare molto in base alla stagione. Poi mi dedico alle attività di back-office per un paio d’ore, anche per connettermi con il mondo esterno e sbrigare questioni amministrative.
Tra la fine della mattinata e il primo pomeriggio mi occupo dell’aspetto tecnico, come ad esempio sopralluoghi in vigneto e gestione della parte viticola, piuttosto che della degustazione dei vini per le fasi di affinamento e imbottigliamento. La seconda parte della giornata la dedico a eventuali appuntamenti con fornitori e clienti, o alle visite e degustazioni che organizziamo. A volte queste visite con degustazione comprendono anche la cena, per cui c’è anche questo aspetto da considerare. In generale, posso dire che di certo non ci si annoia mai!
Cosa ha apprezzato maggiormente dei Suoi studi in ateneo?
Direi soprattutto i contatti e le amicizie che ho potuto costruire, anche perché il networking è importantissimo nel mondo del lavoro. Oltre a questo, degli studi in Univr ho apprezzato l’impostazione della formazione, che parte dalle basi fino ad arrivare ad esami specifici di viticoltura, enologia e meccanizzazione. È un percorso costruito bene, che ti dà conoscenze che poi ti tornano certamente utili nel lavoro, dove ho potuto tradurre tutto questo nella pratica. Mi è sempre piaciuto occuparmi dell’aspetto vinicolo ed enologico e ho avuto la fortuna di capirlo presto, scegliendo l’indirizzo che più mi piaceva.
Qual è la sfida più grande che ha dovuto affrontare una volta entrato nel mondo del lavoro?
Dopo l’Università non è facile mettere in pratica il grande bagaglio di conoscenze teoriche che ci siamo costruiti. Le variabili nel mondo della produzione del vino sono davvero tantissime. L’Università mi ha preparato molto bene, ma certo non è facile tradurre tutto ciò in pratica: è questa secondo me la sfida più grande.
Alla luce di queste considerazioni che consiglio si sente di dare a chi si laurea nel Suo ambito?
Consiglio di focalizzarsi molto sullo studio, perché ogni tipo di conoscenza acquisita in ateneo torna poi molto utile nel lavoro. Consiglio anche, allo stesso tempo, di iniziare fin dagli studi a fare pratica per costruire il proprio background gustativo, poiché il nostro lavoro si basa moltissimo sulla pratica di degustazione, oltre che sulle competenze e conoscenze tecniche. Avere questo approccio fin da subito è molto utile per entrare nel mondo del lavoro nel modo migliore.
Infine, consiglio sempre, se possibile, di fare una o più esperienze all’estero di almeno sei mesi, perché è arricchente per la lingua ma anche per creare networking e per vivere ambienti diversi. Nei primi anni di lavoro è anche fondamentale essere il più curiosi possibile per costruire gradualmente la propria carriera e risultare appetibili nel mercato del lavoro, crescendo sempre più.
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