“In nome della legge e per i poteri conferitimi dal Magnifico Rettore, la proclamo Dottore in Lettere“.
“Argomento di oggi: le fantomatiche e temute lauree per via telematica. Vi parla una reduce che, malgrado le modalità inaspettate di questa sessione, non ha smesso di sorridere un secondo dalle 18.40 di quella sera ad oggi. Perché non c’è quarantena che tenga, l’emozione e la felicità di quel momento non scemano a causa della distanza.
Poco più di un mese fa finivo di scrivere la tesi e iniziavo a pensare all’organizzazione del grande giorno. Un mese fa chiudeva l’Università di Verona e si cominciava a fare i conti con i primi provvedimenti contro l’emergenza del Coronavirus. Certamente le aspettative erano ben diverse. “Fa passare la poesia laurearsi in camera da letto”, mi è stato detto. Sarà stato il fatto che la mia tesi analizza una raccolta di un poeta, Fabio Pusterla, ma un pizzico di poesia (contemporanea) io l’ho visto anche in questa circostanza.
E così le pareti di camera mia – e la mia famiglia in un angolo – sono state testimoni della discussione, di un’ansiosa attesa, della proclamazione, della mia voce rotta che ringraziava per quella menzione della lode che mi ha riempito il petto di commozione.
Non avevo il completo dei miei sogni né la tesi rilegata, ma va bene così. I festeggiamenti arriveranno ancora più entusiasti una volta che questo duro periodo sarà passato. Quella sera, con in testa l’alloro “rubato” ai vicini, ho fatto festa tra telefonate e videochiamate di parenti e amici. Felice e raggiante, nonostante tutto. Ecco com’è stata la mia laurea ai tempi del Covid-19.
Allora in bocca al lupo a tutti i laureandi e congratulazioni ai neolaureati. Ad maiora, colleghi!”
Marta, neolaureata in Lettere all’Università di Verona
Instagram: @marta.bertolini