“Sono affetto da una ipovisione moderata fin dalla nascita. Sono appassionato di sci sin dall’infanzia e all’età di tredici anni ho partecipato alle prime gare agonistiche.  Ad oggi ho riportato tantissime vittorie, di cui l’ultimo successo alla Coppa del Mondo, dove nella tappa italiana di Prato Nevoso mi sono aggiudicato tre ori.

Bisogna contestualizzare bene lo sport che pratico: lo sci alpino paralimpico viene definito una variante dello sci alpino e si compone delle stesse discipline affrontate dalle persone senza disabilità. Troviamo lo slalom speciale e gigante, il supergigante, la discesa, la combinata e da quest’anno è stato aggiunto anche il parallelo. Le piste su cui si gareggia sono le stesse, da questo punto di vista non c’è differenza.

Io ho una ipovisione moderata, il che significa che ho una acuità visiva molto compromessa. La mia difficoltà sta nel vedere i dettagli, i particolari, la tridimensionalità e nel mettere a fuoco. Non posso gareggiare da solo, scio con una guida: La guida è la persona che scia davanti a me e con cui sono in costante comunicazione attraverso degli auricolari posti nel casco, comunichiamo come se fossimo al telefono. La guida è fondamentale: si instaura un rapporto personale e di fiducia, oltre che professionale. Sciare con la guida è dare vita a una performance all’unisono, in cui ognuno di noi ha responsabilità precise, pur nella libertà dei singoli gesti atletici. È necessaria una grande sincronia, un gioco di squadra equilibrato, coordinato e preciso.  Con la guida condivido vittorie e sconfitte.

Lo sci è uno sport molto impegnativo: ci si alza alle cinque per raggiungere le piste e si rincasa all’imbrunire, inoltre mi alleno tre/quattro volte la settimana sugli sci e poi in palestra, per il potenziamento muscolare. Il mio è un costante apprendimento motorio di adattamento e di consapevolezza dei movimenti del mio corpo.  

Lo sci rappresenta per me una passione e un divertimento, vorrei diventasse il mio lavoro. Sono tesserato nelle Fiamme Gialle e questo mi consente una serie di vantaggi, ma non faccio parte del corpo a causa della mia disabilità agli occhi, pertanto non ricevo uno stipendio. Vorrei che questa situazione cambiasse, per questo il mio impegno agonistico deve essere sempre elevato: è necessario mandare dei segnali, affinché cambi questa legge. Non è indulgenza, ma riconoscimento del talento e delle competenze.

Anche se ho vinto tante medaglie, non mi sento totalmente appagato. Adesso voglio preparami al meglio per le Paraolimpiadi di Pechino del 2022 e per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Sono stato invitato per la candidatura ed è un sogno parteciparvi, per un atleta non capita spesso di disputare una gara così importante in casa.

In una dichiarazione di un paio di anni fa, dissi che non avrei voluto fare l’università perché non sarei riuscito a gestire la mia ipovisione, frequentare le lezioni, gestire lo studio e gli allenamenti. Ma ho cambiato idea. Mi sono iscritto a Scienze Motorie, e grazie al programma Academic Coach, che valorizza lo sport e la formazione, sono riuscito a conciliare questi due aspetti così importanti per la mia vita. Entrambi per me costituiscono un impegno grande, impegno aggravato dal fatto che sono ipovedente. Ad oggi ho sostenuto tre parziali di un esame e sono soddisfatto. Ho iniziato con Propedeutica chinesiologica e sportiva perché è una disciplina che si occupa dello studio del movimento sotto differenti aspetti, ampliando la conoscenza della motricità nell’esperienza umana. Ho affrontato pre-acrobatica, pre- atletica e mobilità articolare con buoni risultati. Ora con il mio tutor Nicola sto programmando la sessione estiva e l’organizzazione dello studio, e calendarizzare gli impegni mi dà maggiore tranquillità. Voglio tentarci fino in fondo. Il mio prossimo obiettivo è prepararmi per sostenere l’esame di Pedagogia generale e poi proseguire con gli altri corsi di Scienze Motorie”.

Giacomo, studente di Scienze Motorie e campione paralimpico di Sci alpino