“Sono una donna: cosa mi riserva il mondo lavorativo italiano? Come posso aumentare le mie possibilità di successo?
Sono queste le domande sulle quali volevo sviluppare la mia tesi magistrale, ma non sapevo dove cercare risposte. Grazie alla mia relatrice, la professoressa Paola Signori, ho intervistato donne leader in aziende italiane: Cristina Marchi, Loredana Palumbo, Monica Dongili, Daniela Ballarini, Paola Aureli, Barbara Dalle Rive, Susanna Martucci e Giordana Risi.
Ho fortificato così la mia intraprendenza, oltre ad aver ottenuto le
risposte che cercavo e aver dato corpo alla mia tesi “Leadership femminile: intelligenza emotiva e mindfulness per una nuova comunicazione aziendale”. Le risposte ottenute mi hanno sorpreso, in parte deluso, ma penso sia utile condividerle soprattutto con le giovani donne come me che stanno muovendo i primi passi come lavoratrici.
Cosa riserva l’ambiente lavorativo italiano alle donne? La risposta purtroppo è chiara: ancora molte difficoltà.
Nella cultura sociale italiana persiste lo stereotipo uomo-lavoratore, donna- madre casalinga. Questo si riflette nell’ambiente lavorativo, dove le donne sono numericamente inferiori, soprattutto in ruoli di leadership, perché principalmente spetta a loro la cura dei figli e la cultura aziendale predilige mediamente ancora il genere maschile, discriminando le lavoratrici verbalmente, nella retribuzione e nei contratti.
Le donne dovrebbero essere quindi promotrici di una rivoluzione sia tra le mura domestiche, puntando ad una maggiore ridistribuzione dei compiti e responsabilità, sia in ambito aziendale.
Come possono le donne attuare tale rivoluzione e affermarsi nel lavoro? Validi approcci sono l’intelligenza emotiva e la mindfulness, che permettono di individuare le giuste chiavi di relazione e comunicazione con se
stesse e gli altri, penetrando maggiormente nel tessuto aziendale.
Consigli emersi per le lavoratrici, leader e non: collaborare di più tra di loro, distaccarsi emotivamente dai dipendenti e sanzionarli, avere maggior sicurezza in se stesse e affermare lo stile di leadership femminile, tendenzialmente più democratico di quello maschile. Da conservare sono invece la capacità critica, la creatività, l’empatia, la capacità di risoluzione dei conflitti e di aiutare i dipendenti a crescere. Infine, saper adottare tali approcci configura le donne come importanti risorse per l’azienda, perché migliorano il clima organizzativo, con un impatto positivo sulle performance e redditività aziendale.
Grazie alle interviste, sono innovative le soluzioni emerse che le aziende dovrebbero attuare, ma il ruolo delle donne in questa urgente rivoluzione è fondamentale.
Quanto bisognerà attendere affinché le donne si facciano promotrici di questo cambiamento e vi siano risultati consistenti?”
Lucia, neolaureata in Marketing e comunicazione d’impresa
Instagram: @luli.beth