“Scrivo ascoltando del “latino americano”. Qui in Italia siamo abituati a dargli un nome generico, ma in Colombia te lo puoi scordare. La champeta è la champeta, e il ballenato è il ballenato. La champeta é un po’come fare l’amore, con i vestiti, ballando. Pensavo di partire per conoscere di più me stessa, in realtà ho conosciuto il mondo e il mondo mi ha riempita. Non so se avete mai sentito parlare di serendipità. È un concetto semplice e complicato allo stesso tempo. Comunque in sintesi, consiste nel trovare qualcosa mentre stai cercando altro. E per me ha funzionato alla grande. Spesso siamo solo convinti di aver bisogno di qualcosa, in realtà gli avvenimenti ci raddrizzano con gioie o sfide che necessitiamo. Mi sono portata via mille convinzioni e duemila domande. Sono tornata con tremila domande e una convinzione: credi in te stessa ma ricordati che non si smette mai di imparare.

 

 

La mia attività di volontariato era legata ad un dopo scuola fortemente ortodosso e in un primo momento ho creduto di dover affrontare qualcosa che mai sarei riuscita a sopportare. Come sviluppo un programma sulla conoscenza di sé e consapevolezza della propria sessualità se non posso dire che essere gay, etero, lesbica, bisessuale o asessuato sono tutte condizioni normali? Come gli racconto di affidarsi solo a Dio a ragazzi che a casa subiscono molestie? Dopo una settimana di interminabili pianti e voglia di tornare a casa – con addosso anche una relazione in Italia che si trascinava sempre di più nella dipendenza affettiva e nell’abuso psicologico – ho finalmente realizzato che avrei potuto farcela ribaltando la situazione.

 

 

Posso esprimere il mio sostegno senza mancare di rispetto alle credenze altrui, posso parlare di me e non giudicare. Posso usare tante parole ma ancora di più posso ascoltare, e lasciare piccoli semini che magari a tempo debito cresceranno. Posso anche passare tre giorni nella savana dormendo su un’amaca con attorno altre quindici persone e solo due prese di corrente, facendo colazione all’alba con il mango appena caduto dall’albero. Posso uscire dai miei schemi e arricchirmi giorno dopo giorno. Posso portare il mondo dentro di me invece di portare me nel mondo”.

Sofia, studentessa di Scienze della Formazione nelle Organizzazioni e volontaria AIESEC