Come molte storie, è iniziato tutto con un sogno.

Flashback: luglio, 2019. Per festeggiare l’imminente laurea in Lettere Moderne, decido di fare un viaggio in Irlanda per visitare Dublino, per poi completare il mio pellegrinaggio verso i paesi anglosassoni andando a Londra in autunno. È precisamente il 29 Luglio a Dublino. Sotto un tipico acquazzone estivo, mi reco a visitare le consuete tappe turistiche della città, che comprendono pub variopinti, musei pieni di quadri e suppellettili dall’oriente, chiese che sembrano uscite da un romanzo gotico e giardini botanici che sfoggiano i bellissimi fiori violacei della Purple Loosestrife. Complice la tregua da una pioggia incessante (un ragazzo del posto mi racconterà ironicamente che in Irlanda si sa che è arrivata l’estate quando la pioggia è calda) decido finalmente di recarmi al Trinity College. L’impatto è decisivo. Prima che iniziassi a divorare i libri di Naoise Dolan e Sally Rooney in una settimana in attesa della conferma dalla mia relatrice, prima che esprimessi il mio sogno di pubblicare la mia tesi magistrale in lingua inglese, c’è stato il campus del Trinity College di Dublino, il cui nome ufficiale per esteso è College of the Holy and Undivided Trinity of Queen Elizabeth near Dublin, vibrante di vita culturale e di storia, di letteratura irlandese e anglosassone.

Flashforward: ottobre, 2022. Dopo aver frequentato un ciclo di Seminars in Literary Translation presso il Trinity College in preparazione della tesi magistrale, dopo essermi laureata con lode parlando delle vicende editoriali e delle traduzioni italiane dei Dubliners di James Joyce, dopo essere ritornata per il World Translation Day dedicato a Sally Rooney, il sogno sembrava destinato a rimanere solo un sogno. Sudate ricerche post-laurea durate tutta l’estate in cerca di una pubblicazione avevano dato promesse vaghe o non realizzate. Ma non riesco ad abbandonare, il sogno è troppo vivido. Così vivido che forse qualcuno dall’altra parte del mare lo percepisce. Arriva una mail, e proprio dal Trinity. È niente poco di meno che Anastasia Fedosova, Editor-in-Chief del Trinity Journal of Literary Translation (JoLT), che mi scrive di essere rimasta affascinata dalla mia ricerca e di volerla includere di comune accordo con gli altri editor nel first issue of the year. C’è solo un piccolo dettaglio: “The theme of this issue is dreams. Could be any link drawn between your essay and this editorial theme?”. In preda ad un’eccitazione dovuta alla risposta e all’incredibile coincidenza del destino rispondo che sì, ho un’intera sezione che tratta delle traduzioni di un sogno nella musica dei Dubliners. Il resto accade tutto molto in fretta. In un delirio febbrile scrivo, traduco, mi confronto con la mia editor in una confessione che ha anche un sapore onirico perché spesso dura fino a sera inoltrata, e infine aspetto. Finalmente, il 21 novembre 2022, The Trinity Journal of Literary Translation (JoLT), Volume 11, Issue I: Dreams, viene dato alla luce. Ne segue il Launch e la lettura dei vari contributors, artisti e dottorandi del Trinity, il 24 Novembre 2022, giorno del mio venticinquesimo compleanno, con citazione finale della mia ricerca nel Trinity News di qualche giorno dopo. Lo so, troppo vero per non essere un sogno.

Morale della storia? Per quanto possa sembrare un miracolo o semplicemente un cliché, posso testimoniare come il vecchio detto valga ancora: non smettere di sognare.

Sara Begali, laureata Univr in Tradizione e Interpretazione dei Testi Letterari

Instagram: @sara_begali