Ogni giorno mi chiedo chi sono, e tutti i giorni è una scoperta continua di me stessa

“A 18 anni sono partita per l’America, alla volta di Filadelfia, per scoprire cosa offre il mondo. Andare dall’altra parte dell’oceano, a maggior ragione da sola, mi ha aiutato ad aprire la mente, a capire quali sono le opportunità della vita, a cogliere l’attimo. Ho vissuto un anno negli States e quando sono tornata a casa ero una ragazza completamente diversa. Ogni giorno mi chiedo chi sono, e tutti i giorni è una scoperta continua di me stessa. Adesso lavoro per Thesy all’UnivrStore, sono stata scelta per questo negozio perché parlo tante lingue, sono espansiva ed estroversa, perché mi piace stare a contatto con il pubblico, ridere, scherzare… perché questa sono io!”.

 

Rachele, laureata in un altro ateneo e commessa da UnivrStore

Instagram: @rachelemischi

 

Il mio american dream: 6 mesi alla University of Massachusetts Boston

Ho sempre viaggiato molto e fin da bambina ho vissuto diverse esperienze all’estero ma in America non ero mai stata. Quando ho visto che era possibile frequentare un semestre all’università di Boston con il progetto Worldwide study 2018/2019 mi sono detta “Perché no? Proviamoci!”. Sono contentissima di averlo fatto: ho vissuto un’esperienza stupenda. Vivere in un college americano è stato meraviglioso, mi sembrava di vivere un sogno: mi sono subito sentita ben accolta da tutti, compagni e professori, e ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno aiutata a vivere l’università a 360 gradi … mi sentivo parte integrante del campus!

I campus universitari sono fantastici, assomigliano a delle mini città dove c’è tutto ciò che serve: campi, palazzetti per ogni tipo di sport, piscine, il centro medico e il supermercato. Il campus  dove mi trovavo è un po’ fuori dal centro di Boston ed è sviluppato su una penisola: da qualsiasi punto della struttura potevo osservare il blu dell’oceano in lontananza.

Tra le tante cose che mi hanno colpito della realtà universitaria americana, sicuramente c’è il modo in cui viene fatta lezione: gli studenti partecipano in modo attivo attraverso discussioni, presentazioni, lavori di gruppo che rendono più dinamico l’apprendimento e facilitano la socializzazione.

Ho vissuto molti attimi meravigliosi, una delle esperienze che mi porterò per sempre nel cuore è la partita dei Red Socks perché non è stato semplicemente assistere a un match di baseball, è stato un vero e proprio evento sociale che mi ha fatto innamorare della cultura americana.

 

Martina, studentessa di Editoria e Giornalismo

10 mesi in Irlanda, 6 case diverse e persone da tutto il mondo

“Il periodo dopo la fine del liceo è stato traumatico. Da un momento all’altro ho sentito mancare quella sicurezza che mi aveva sostenuto fino a lì: la spensieratezza. Soprattutto perché mi trovavo a dover decidere del mio futuro, solo con me stesso. Alla fine, decisi di viaggiare prima di iniziare l’università. In pochi giorni trovai una famiglia in Irlanda pronta ad ospitarmi. Dopo una settimana ero già sull’aereo, ma non ero spaventato da ciò che avrei dovuto affrontare. Il mio viaggio durò circa 10 mesi, durante i quali cambiai sei volte “casa” e conobbi persone meravigliose da tutto il mondo. Conobbi la vita lavorativa, capii cosa significa fare volontariato. Imparai a gestire i miei risparmi, in modo da non pesare troppo sulle spalle dei miei genitori. Imparai a cucinare, a pulire e a convivere con altre persone, altre etnie, altre culture, altri modi di vivere. Esplorai posti totalmente nuovi per me, che ogni volta mi lasciavano a bocca aperta e mi facevano pensare che non c’è mai fine al meravigliarsi. Conobbi cosa vuol dire instaurare dei rapporti profondi e il dolore dell’addio. Imparai finalmente a distinguere la solitudine, che temevo, dallo “stare da solo”, che conobbi essere un modo per trovare la serenità. Quel viaggio, come tutte le avventure d’altronde, mi ha dato l’opportunità di fare i conti con me stesso, di guardare cosa ci fosse dentro di me, di capire ciò che volevo veramente”.

 

Mattia, 22 anni, studente di Lingue e Culture per il Commercio Internazionale

Mi sono innamorata dell’Italia, dove la vita si vive fuori

“Studio Italiano da quando ho 14 anni e ho scelto Verona come meta per il mio anno di studi all’estero. Sono stata parecchie volte in Italia, soprattutto in Umbria e in Toscana durante le vacanze con la mia famiglia e mi sono innamorata dello stile di vita, della lingua… e ovviamente della cucina italiana! La cosa che amo di più di questo Paese è che la vita si vive fuori: in strada, nei parchi, nelle piazze, mangiando un gelato o sorseggiando uno spritz. Mi piace molto la cultura italiana, a Leeds continuerò ad approfondire i miei studi per conocerla ancora meglio. Spero di poter viaggiare ancora in futuro, per scoprire nuovi angoli di mondo!”.

Eleanor, studentessa Erasmus dall’Università di Leeds

Vado in Cina, ma sono pronto?

“Sto organizzando i preparativi per poter il mio stage in Cina, a Shanghai: devo dire che più vado avanti e più la cosa si fa affascinante e spaventosa allo stesso tempo. Non so bene come sarà lì, né se sto facendo la scelta giusta, ma probabilmente il fatto che io abbia paura è già un indizio sulla risposta. Non so se la mia conoscenza del cinese sarà sufficiente, non so se le mie informazioni sulla cultura orientale basteranno. Più organizzo questo viaggio e più mi sorgono dubbi. So che mi piacerà, che avrò modo di scoprire un mondo del tutto nuovo e di vivere un’esperienza secondo regole che non sarà facile seguire. Resta sempre e comunque la paura di non essere pronto”.

 

Simone, studente di Lingue e Culture per il Commercio Internazionale

Faccio ricerca e mi impegno per un ambiente sostenibile

“Sapevate che dal 4 ottobre 2018 il nostro Ministero dell’Ambiente sarà “Plastic free”? È una bella sfida, secondo me. Io sono molto sensibile a queste tematiche: non a caso, frequento l’ultimo anno del dottorato in Economia e Management e ho sviluppato un progetto di ricerca proprio sul management per le imprese che fanno turismo sostenibile. Dalle mie ricerche ho capito che serve una spinta forte alla sostenibilità ambientale: è un obiettivo che ormai dobbiamo raggiungere nel minor tempo possibile. Facendo un passo indietro, dopo essermi laureata in Lingue e Culture per il Turismo, ho deciso di iniziare questo dottorato perché mi piacerebbe la carriera accademica e soprattutto insegnare, non solo all’università ma anche nelle scuole. Studiando Lingue ho imparato lo spagnolo e posso dire di essermi innamorata della Spagna, in particolare dell’Andalusia: credo che Siviglia sia la città più bella fra tutte quelle che ho visitato finora. A pensarci bene, quel che rimpiango della carriera universitaria è di non avere tempo di viaggiare come prima: adesso, con gli impegni lavorativi, non è così semplice. Ah no, come non detto! Dimenticavo che sono appena tornata dopo una settimana di ferie a Rodi… forse mi conviene controllare subito la posta elettronica, spero non ci siano troppi messaggi”.

Rossella, dottoranda in Economia e Management

Sono felice di non essermi arreso allo scorrere del tempo

“Alcuni anni fa ho avuto un infarto. Da quando sono andato in pensione e fino a quel momento, svolgevo la vita tipica di tutti gli anziani. Dopo essere stato all’ospedale, ho pensato di avere ancora del tempo per godermi la vita e per riuscire a viverla al massimo. Così, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Storia e Geografia dell’Università di Valencia. Poi, per vivere l’esperienza universitaria a 360 gradi, ho deciso di partire per l’erasmus. A febbraio sono arrivato qui a Verona: ho scelto questa città perché la prima volta che ci sono stato me ne innamorai, ripromettendomi di  tornare.

Giunto alla fine di quest’avventura, posso dire di essere molto felice di aver deciso di non arrendermi allo scorrere del tempo e di aver optato, invece, per una vita piena e soddisfacente. In Italia mi sono trovato benissimo: i ragazzi, le ragazze e tutte le persone che ho conosciuto sono state magnifiche; nonostante fossero loro a chiedere consigli a me, credo di aver imparato molto più io da loro. Sono soddisfatto anche dal punto di vista accademico per aver superato con risultato positivo quattro esami, senza aver rinunciato a niente: sono andato alle feste, ho visto tutte le opere liriche della stagione in Arena, godendomi questa città magnifica. Anche se quest’esperienza è giunta a termine”.

 

Miguel, 81 anni, studente Erasmus dall’Università di Valencia

Volevo registrare un album e ce l’ho fatta

“Stamattina mi sono svegliata con un unico pensiero: quello di voler salutare il mio animale domestico, un coniglio. Ho deciso di iscrivermi “così tardi” all’università perché volevo prima approcciarmi al mondo del lavoro. Da sempre, però, sono affascinata dalla sociologia e, soprattutto, dalla comunicazione di massa. Nel frattempo sto lavorando in un ufficio marketing in ambito di produzione video, pubblicità, cortometraggi, film e cinematografia. Insomma, mi occupo di tante cose e nella vita sento che non mi manca nulla. Ho anche un grande hobby: la musica. Il mio più grande sogno è sempre stato quello di registrare un album e finalmente si è avverato. Se dovessi consigliare un viaggio, consiglierei di andare in Giappone: ho avuto la fortuna di visitare questo Paese e ciò che mi ha colpito di più sono stati il senso di collettività e l’altruismo, attitudini tipiche di un popolo meraviglioso.”

 

Anna, 30 anni, studentessa di Scienze della Comunicazione

(Instagram: @annabitmusic)

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